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INTRODUZIONE
Con l’avvento dei marchi di Fast Fashion la vita media dei capi di abbigliamento si è
notevolmente accorciata: questo è accaduto in primis per la bassa qualità dei
materiali utilizzati per la realizzazione dei capi stessi e in secondo luogo, visto il
basso costo di questo tipo di abbigliamento, il consumatore tende a sbarazzarsi
molto più velocemente degli indumenti e a comprare nuova merce più spesso.
Questa tendenza si traduce in un notevole aumento dei rifiuti tessili.

I DATI
Dato da tenere in considerazione è quello che riguarda l’inquinamento prodotto
dall’industria tessile che è il quarto settore per maggior impiego di materie prime
“primarie” e acqua (dopo alimentare, costruzioni e trasporti) e il quinto per emissioni
di gas effetto serra (1).
Ben il 10% delle emissioni di gas serra mondiali è prodotto da questo settore (Circa
1,7 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno) un percentuale ben più alta rispetto anche
al trasporto aereo e marittimo calcolati insieme. Secondo il WWF (2) più di metà delle
aziende controllate in uno studio condotto dall’associazione ambientalista, basato sui
dati dell’ Oekom Research, non hanno finora adottato praticamente nessuna misura
per contribuire a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
In sostanza è aumentata, e continua ad aumentare, la domanda e l’offerta di capi di
abbigliamento e ciò non solo ha serie ripercussioni sull’ambiente, ma ha come
risultato una produzione smisurata di rifiuti tessili.

COSA INTENDIAMO PER RIFIUTI TESSILI?
A partire da gennaio 2022 in Italia, anticipando la scadenza europea del 2025, è
scattato l’obbligo della raccolta dei rifiuti tessili 3 . Per rifuti tessili si intendono
indistintamente due categorie principali di rifiuto: le frazioni tessili (EER 200111) e
l’abbigliamento (EER 200110) che però vengono inserite indistintamente all’interno
degli stessi cassonetti utilizzati per la raccolta generica.
La nostra azienda, autorizzata ad essere impianto di stoccaggio e di recupero (codici
di recupero autorizzati R13 ed R3) di rifiuti tessili non pericolosi con il decreto D.D.
213 del 26/10/2018, vanta più di 40 anni di esperienza nel settore e lavora tutti i
giorni per far si che la percentuale più alta possibile di essi venga riutilizzata.

1 https://economiacircolare.com/rifiuti-tessili-riuso-riciclo-pnrr-epr/
2 https://www.wwf.ch/it/i-nostri-obiettivi/rating-wwf-industria-tessile-e-dellabbigliamento
3 https://www.ecomondo.com/blog/20917792/prevenzione-rifiuti-tessili

I PRO DEL RIUSO
Puntare al riuso della maggior parte dei rifiuti tessili è una scelta eticamente corretta
soprattutto per l’ambiente:
Iniziando a riutilizzare i capi di abbigliamento già prodotti e utilizzati ne evita la
produzione di altri, ciò, come abbiamo visto, avrebbe un notevole impatto benefico
sulla salute della Terra; altro dato da tenere in considerazione riguarda la qualità dei
capi stessi, molto spesso infatti vengono gettati anche capi prodotti con tessuti di
alta qualità e in buono stato conservativo che li rende perfetti per il riuso.
La Fratelli Esposito Import Export Srl lavora nell’intento di valorizzare questo tipo di
rifiuto che da semplice scarto può ritornare al suo status precedente di capo di
abbigliamento da indossare, oppure può essere riciclato. Diminuire al massimo la
percentuale di capi che finiscono in discarica o all’inceneritore è una delle nostre
mission principali, in attesa di linee guida che possano garantire end of waste.

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